Altered Carbon

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Oggi parliamo di serie televisive: genere: fantascienza, canale: Netflix, serie: Altered Carbon.

Dieci episodi tratti dal romanzo omonimo di Richard K. Morgan ci buttano in un universo in cui non si muore, se si hanno abbastanza soldi. La coscienza viene salvata in dischi posti nella nuca. Dopo il primo anno di vita a tutti vengono impiantate queste pile e se ne hai la possibilità in caso di incidenti o malattia puoi cambiare corpo, puoi cambiare “custodia”.

Oltre a questa idea che da sola sarebbe bastata a non farmi cambiare canale, si viene ipnotizzati dalle immagini e dalla voce fuori campo del protagonista che commenta la storia. Sembra di vedere Blade Runner, l’originale, ma non solo. A me ha ricordato molto Strange Days di Kathryn Bigelow  . I costumi invece si rifanno a Matrix. La trama è un crime classico, il personaggio così disincantato e cinico deve qualcosa a Marlowe, il movente un sempreverde dell’animo umano, ma alla storia principale fanno da controcanto i personaggi secondari e le loro vicende, accennate e non approfondite perché non è necessario.

E i problemi sociali e morali che derivano dal fatto di poter vivere per l’eternità.

Un altro pregio di questa serie è la coerenza logica: la trama tiene, non ci sono misteriosi salti logici, ma tutti i fili si annodano e poi vengono dipanati come nelle serie di una volta, come nelle serie che piacciono a me.

Cercando recensioni in giro per la rete ne ho trovate due che sono agli opposti e che trovo indicative di come questa serie possa avere colpito lo spettatore a seconda del’età e dell’abitudine a digerire storie. Una la trovate su Wired, e l’altra su Movieplayer.

Per quanto riguarda il romanzo da cui è tratta la serie la buona notizia è che è stato ristampato da Tea e che io posso correre a leggerlo!

Un commento

  1. Bella serie, speriamo facciano presto la seconda.
    Molto interessante il fatto che i protagonisti possono essere sempre diversi, anche meglio dell’escamotage di Doctor Who

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