
Molte di noi hanno avuto una mamma o una nonna o una zia appassionata di lavoro a maglia che a un certo punto ci ha messo i ferri in mano, e in alcuni casi l’uncinetto.
Io fui spedita per qualche mese a scuola a 5 anni e nelle attività del pomeriggio avevo cucito, ma ero mancina e facevo una fatica terribile a manovrare l’ago e il filo con la mano destra. Quando mia madre mi fece vedere come si lavorava con i ferri pensai: ma è facilissimo! Di sicuro era molto meno faticoso e soprattutto potevo vedere subito il risultato così come con l’uncinetto, appena un po’ più impegnativo dal mio punto di vista.
Quindi anch’io ho imparato in casa dalla nonna e dalla mamma e ho imparato a lavorare a maglia con i ferri sotto il braccio, come usa in Italia.
Quando dopo molti anni ho ripreso i ferri in mano erano quelli lunghi, i soliti, quelli che avevo sempre visto in casa, finchè qualcuno mi ha regalato un libro: Lavorare a maglia per negati di Pam Allen, Tracy L. Barr e Shannon Okey, Oscar Mondadori e in quelle pagine ho scoperto il mondo dei ferri circolari che ho poi approfondito navigando in rete.
Riassumendo: sono partita con i ferri lunghi e gli insegnamenti della mia famiglia e poi mi sono appassionata al lavoro e incuriosita e ho scoperto metodi diversi per lavorare a maglia che permettevano di realizzare cose diverse dalla solita sciarpa o dal solito maglione, ho scoperto tante designer straniere e pochissime italiane che realizzavano dei capi che mi piacevano molto di più rispetto ai maglioncini da brava ragazza, un po’ anni Sessanta, che vedevo sulle riviste di maglia italiane e non sono più tornata indietro.
Trovo importante che anche nella maglia si riescano a superare gli insegnamenti delle nostre nonne che ci hanno permesso di cominciare e a trovare e sperimentare altri metodi che ci aiutino a divertirci e a creare capi più simili al nostro gusto.