Era una sera buia e tempestosa… No, veramente era una bella mattina di sole quando due amiche cariche di speranza e buona volontà partivano alla volta del filatoio di Caraglio.
Confidando nel navigatore le due attraversarono strade, incroci, ma soprattutto rotonde, tante e tante rotonde. Una spia lampeggiava maligna dal cruscotto dell’auto, ma non sembrava temibile, finché accadde l’irreparabile: a circa diciotto chilometri dalla meta l’auto smise di dare segni di vita.
Per fortuna le nostre due amiche si trovavano in quel momento ad attraversare un paese e riuscirono ad accostare e a parcheggiare ( in sosta consentita). Poi si guardarono negli occhi: sabato 19 agosto, ore 14,30, in un paese in provincia di Cuneo, a più di cinquanta chilometri da Torino, con la macchina ferma: che fare?
Ma Elena e Margherita non persero la speranza e decisero di andare a cercare un bar dove chiedere aiuto, magari un benzinaio o un meccanico avrebbero potuto confortarle o addirittura risolvere il problema. Si sa che in un paesino si conoscono tutti.
Certo non c’era una folla a cui chiedere indicazioni.
Per fortuna nella piazza del paese, che avevano scoperto chiamarsi Villafalletto, c’era un bar aperto con i tavolini fuori.
Rinfrancate dalla scoperta entrarono ottimiste, ma dietro il banco una gentile ragazza cinese ripose a monosillabi alle loro domande.
Non ancora abbattute approfittarono per fare una pausa, magari sarebbe bastato lasciare raffreddare un po’ il motore e poi la macchina sarebbe ripartita.
Nel ritornare all’auto scoprirono di trovarsi in un luogo segnato dalla storia: a Villafalletto infatti nacque Bartolomeo Vanzetti, morto sulla sedia elettrica a Charlestown, Stati Uniti, insieme a Ferdinando Nicola Sacco il 23 agosto 1927.
Con rinnovata speranza Margherita mise in moto e… la macchina partì!
Le due amiche riuscirono così a rientrare a Torino, il filatoio di Caraglio non l’avevano raggiunto, ma avevano scoperto il luogo di nascita di Bartolomeo Vanzetti.