Questo mese mi sono dedicata a uno dei miei autori preferiti con Il morso della Reclusa, Einaudi Editore, anzi a una delle mie autrici perché sotto lo pseudonimo di Fred Vargas si nasconde una donna.
Mi piacciono molto le storie che racconta e anche i personaggi che descrive, il genere per chi non la conoscesse è crime, giallo per intenderci.
Ha creato due filoni uno con protagonisti gli Evangelisti: uno studioso di preistoria, un medievalista e un esperto della Grande Guerra che vivono tutti insieme in una casa, ognuno al piano che gli compete per ambito di studi, con l’aggiunta in soffitta di un poliziotto in pensione che completa il quadro.
E poi ci sono le storie del commissario Jean-Baptiste Adamsberg, con i suoi pensieri vaganti e l’incapacità di stare seduto per più di qualche minuto. Adamsberg è a capo di una squadra molto particolare dove ognuno è libero di seguire le sue inclinazioni.
Le storie sono costruite senza sbavature e sono meccanismi perfetti dove ogni tassello andrà invariabilmente al suo posto. I personaggi sono un po’ particolari, fuori dagli schemi, ma proprio per questo irresistibili e seguendo i loro pensieri e le loro fissazioni si arriva alla fine della storia quasi senza accorgersene.
Le storie di Fred Vargas hanno quel pizzico di surreale che le rendono molto vicine alla realtà, ma nello stesso tempo ti fanno vagare fra le nuvole, come il protagonista.
A me il surreale non piace, non mi prende, ma questi personaggi hanno il potere di catturarmi. Se volete provare questa esperienza non vi resta che cercare Fred Vargas in libreria o sul computer e partire. Potete iniziare da uno qualunque dei suoi libri perché in ogni storia presenta brevemente i suoi personaggi così che nessuno possa perdere la strada, le nuvole sono infide.
Nel Morso della Reclusa si gioca sul significato della parola Reclusa e Adamsberg chiederà l’aiuto di uno degli Evangelisti.
Avvertenza: se avete una fobia legata ai ragni è meglio passare ad altro.