
Uno uomo va da uno psichiatra perché pensa di essere pazzo: vede tre omini che gli chiedono di fare cose innocue e lo pagano per farle.
Inizia in questo modo L’enigma dei tre omini, di John Franklin Bardin, Polillo Editore, e in un attimo siamo dentro una storia che a tratti ricorda i racconti di Philip K. Dick e a tratti le trame di Patricia Highsmith, ma questo romanzo è stato scritto nel 1946 da un tranquillo signore che di mestiere si occupava di pubblicità.
Bardin ha scritto in diciotto mesi tre romanzi: L’enigma dei tre omini, The Last of Philip Banter e Devil Take the Blue-Tail Fly, che non hanno avuto successo pur appartenendo al genere giallo: erano troppo strani, troppo inquietanti per i gusti dell’epoca.
L’autore è stato poi riscoperto negli anni Settanta e solo recentemente l’editore Polillo sempre a caccia di grandi classici del genere giallo da tradurre in italiano, lo ha portato in Italia.
Il racconto si basa sui personaggi: perché si comportano in un certo modo? Perché devono affrontare determinati eventi? Loro sono consapevoli di quello che sta accadendo o no?
Per le risposte vi rimando al libro, io almeno su un personaggio sono stata allegramente sviata: ero sicura di aver trovato il colpevole!