Eccomi qui, più o meno a metà strada. Ho superato la cena della vigilia, il natale da mia madre, il pranzo del ventisei dai suoceri. Ora mi manca la giornata a Milano con il resto dei parenti, pochi e diciamo non proprio giovanissimi. Intanto sto litigando alla grande con le immagini da inserire, nel blog, per altro una sola. Il mio sistema nervoso è un po’ provato cercherò di non prendere il computer e lanciarlo per terra, gesto che mi farebbe scaricare un bel po’ di rabbia, ma poco costruttivo.
Per fortuna ho ricevuto diversi regali niente male, compreso un libro di Stephen King, Danse Macabre, messaggio subliminale di mio marito del tipo: scrivi! Sì perché a quel che ho capito, ma l’ho appena aperto, si tratta di un saggio sul genere horror secondo King, la cosa buona e fondamentale è che non è tradotto dai Wu Ming, ma da Giovanni Arduino appassionato di King e del genere. Lo scopo occulto di questo regalo è indurmi a mettermi alla scrivania con una certa continuità e produrre storie. Non dico che non stia lavorando, solo che non è semplice come dirlo. Il fatto di non avere un lavoro in un posto ben definito con degli orari stabili fa sì che il tempo sia un concetto relativo e che le persone vicine ritengano che io non faccia nulla tutto il giorno. In realtà bado a loro per gran parte della mia giornata, ma non importa. Insomma trovare quei cinque minuti per staccare alle volte non è semplice perché arrivo a sera stanca morta, comunque questo non vuol dire che non ci stia provando. Danse Macabre nella mia libreria prenderà il posto accanto a On Writing.
Quest’anno eravamo in tanti e i regali sono stati parecchi, niente di particolare, ma divertenti, diciamocelo è molto Hobbit la passione dei pacchetti da aprire e io di sicuro ho la statura!
E per fortuna ci sono i regali perché lo stretto contatto con i parenti lo reggo con fatica. Ogni tanto penso a come sarebbe un natale solitario, in giro da qualche parte per i fatti miei o solo con Max e Toto. Becks è meglio se ci aspetta a casa. Poi mi riprendo e difendo a spada tratta la sera dell’ultimo dell’anno che voglio, esigo, pretendo trascorrere a casa, con i sopracitati componenti del mio nucleo famigliare. L’anno scorso mi sono addormentata sul divano verso le ventidue, quest’anno cercherò di migliorare, le ventuno sarebbe meglio!
Sto erigendo muri intorno al nostro 31… nessuno passerà.
Scalda l’olio e la pece che io riempio il fossato e libero i coccodrilli
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