Memoria

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Ho fatto le medie in una scuola sperimentale di Milano che adesso non esiste più, annessa al Conservatorio. Lo strumento era obbligatorio e io ho studiato pianoforte per tre anni. Ovviamente ho imparato a leggere la musica, la chiave di violino e la chiave di basso. Passavo ore a esercitarmi, prima gli esercizi di pura tecnica e poi il resto, un po’ come nella danza, prima la tecnica e poi le sequenze.

Qual’era il problema? Che quando dovevo studiare un minuetto di Bach e lo dovevo ripetere mille volte invariabilmente alla terza volta smettevo di leggere la musica perché ormai lo sapevo a memoria. E questo non andava bene perché non dovevo andare a memoria, ma esercitarmi a leggere le note. Una faticaccia perché mi veniva spontaneo memorizzare e era difficile far finta di nulla, mi annoiavo, mi sembrava di perdere tempo.

Con le istruzioni dei modelli a maglia è un po’ la stessa cosa, soprattutto quando lavoro motivi traforati: alla terza ripetizione vado sicura a memoria, peccato che poi mi accorga che l’autore del pattern aveva modificato la sequenza proprio nelle ultime maglie o in quelle centrali, e così mi tocca disfare e ripetere la sequenza corretta.

La memoria è una bella cosa, ma ho imparato con l’esperienza che non sempre mi posso fidare, quindi mi armo di una buona dose di pazienza e leggo le istruzioni in questo modo risparmio tempo perché non devo disfare e rifare e il risultato è degno di soddisfazione!

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