L’Uomo Anfibio

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Il libro di questo mese è L’uomo anfibio di Aleksandr Beljaev, Alcatraz.

Da questo libro Guillermo del Toro ha tratto il film La forma dell’acqua che ha vinto il Leone d’oro come miglior film alla 74° Mostra Internazionale d’arte cinematorgrafica di Venezia e ha vinto ben quattro premi oscar: miglior film, miglior regista, migliore scenografia e migliore colonna sonora.

Chiaro che ero curiosa di leggere il libro da cui Guillermo del Toro si era ispirato.  L’ultima edizione italiana di questo libro, un classico in Russia,  risale al 1982: Noi della galassia. Cinque storie di fantascienza, Albatros, Editori Riuniti.

Alcatraz lo ripropone in una nuova traduzione e io l’ho trovato al Salone del Libro di Torino di quest’anno, potevo farmi sfuggire un romanzo di fantascienza russa?

Prima di tutto bisogna dire che il libro è uscito per la prima volta nel 1929 e che deve molto all’opera di Jules Verne, si parla di un dottore che grazie alla chirurgia fa miracoli e crea esseri mostruosi o che sembrano tali.

Il libro è di lettura immediata, la storia ai nostri occhi moderni non è originale, ma ben raccontata, i personaggi non sono molto complessi, la famosa storia d’amore di cui tutti parlano e che viene descritta nel film… non è l’argomento principale del libro che parla di avidità, del potere della scienza contro la superstizione e del dolore di un padre.

Ma il ritmo del racconto è tale che anche se si immagina cosa potrà accadere non si può smettere di leggere.

 

 

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