
Per non dimenticare ho deciso di parlare una volta al mese di moda sostenibile, attenta ai diritti dei lavoratori e all’impatto ambientale. Che non significa non comprare più nulla o spendere un capitale per un top, ma imparare a comprare di meno e riciclare di più.
In questo periodo ho fatto pulizia negli abiti di danza che dopo anni ormai stavano andando a pezzi e ho deciso di riciclare una tunica prevista per il baladi, una danza egiziana, in un abito per uscire nelle sere d’estate.
E poi ho deciso di utilizzare i filati che ho comprato negli anni per produrre nuovi capi, ma nello stesso tempo di inserire nello shop capi realizzati con filati certificati o di cui conosco l’alpaca!
Il piano è rendere il mio stash, i miei scatoloni pieni di gomitoli e matasse, sempre più ecosostenibile.
E voi cosa avete fatto questo mese?
Non ho capito cosa c’entrano i diritti dei lavoratori con il riciclo di abiti che non metti più. In ogni caso il tuo blog è intetessante e lo leggo sempre volentieri. Un caro saluto Ada
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