
Torniamo ai delitti nella camera chiusa, un sottogenere della letteratura poliziesca, o gialla come si dice in Italia con Il Detective Kindaichi, di Yokomizo Seishi, Sellerio Editore.
Questa volta siamo in Giappone e un uomo e una donna vengono trovati morti in una stanza chiusa dall’interno. Era la loro prima notte di nozze.
La storia procede seguendo le indagini del detective di turno, questa volta un ragazzo dall’apparenza un po’ trasandata ma dall’occhio acuto che riesce a risolvere il mistero, io naturalmente non avevo capito niente!
Yokomizo Seishi (1902-1981) è l’Agatha Christie giapponese il primo a scrivere romanzi di genere crime sul modello dei classici occidentali.
In questa storia ci viene presentato il suo personaggio principale, il detective Kindaichi che è molto più giovane dei suoi colleghi occidentali: un ventenne che non si cura molto del suo abbigliamento o del suo aspetto esteriore, ma che è in grado di risolvere ogni genere di mistero.
Non siamo in occidente, ma in un altra cultura e la cosa più interessante di questo libro è la descrizione degli ambienti, dei personaggi in alto o in basso sulla scala sociale e il movente dell’omicidio.
Ma per quanto tutto sembri così diverso da quello a cui siamo abituati una cosa non cambia: la natura umana.