Cashmere

Oggi torniamo a parlare di filati.

Dopo la lana e la seta arriviamo al cashmere o cachemire alla francese. Vediamo se siete preparati: secondo voi si tratta di una fibra animale o vegetale?

Questa era una domanda facile, veniamo a una più difficile: da quale animale proviene il cashmere?

Vi confesso che fino a qualche tempo fa proprio non lo sapevo e avrei risposto bella tranquilla: una pecora! E avrei sbagliato perché il cashmere viene dalla capra Hyrcus originaria del Kashmir, poi importata in Europa.

 La caratteristica di questo filato è la sua morbidezza: è ancora più morbido rispetto alla lana merino e non provoca nessun fastidio nemmeno alle pelli più sensibili. 

Ha una buona capacità di termoregolazione e quindi è adatto in tutte le stagioni perchè permette al corpo di mantenere una temperatura costante e non attira campi elettromagnetici.

Le capre Hyrcus vivono solo in particolari condizioni climatiche e non sono molto diffuse, questo rende il filato che si ottiene dal loro vello abbastanza raro e quindi più caro in termini di costo. 

Nel lavoro a maglia lo possiamo trovare in gomitoli già pronti all’uso o in rocche di filato non ancora lavato. In questo caso una volta terminato di lavorare il capo bisognerà seguire una procedura di lavaggio a mano o in lavatrice per tirar fuori dalla fibra la caratteristica morbidezza.

In questo articolo Paolo dalle Piane spiega perfettamente il procedimento. 

Dovete sapere che quando ho ripreso in mano i ferri dopo anni mia madre mi ha subito commissionato una stola in cashmere e così è stato uno dei primi filati che ho lavorato… ed è stato amore al primo tocco!

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