
Il lino mi è sempre piaciuto molto: è fresco, comodo e non mi fa sudare.
Il lato negativo è che si stropiccia in modo fastidioso e che per farlo tornare liscio dopo un lavaggio bisogna per forza stirarlo mentre è ancora umido. Ma non si può avere tutto giusto?
Il lino è una pianta: il Linum Usitatissimum ed è composta per il 70% da cellulosa. Da questa pianta si ricava la fibra per creare i tessuti ma anche farina, semi, olio, carta, medicinali e corde.
Insomma non si butta via nulla del lino!
Come forse saprete è stata una delle prime piante coltivate nell’antichità in particolare in Egitto e in Etiopia. Ad esempio le bende in cui sono avvolte le mummie dell’antico Egitto sono fatte di lino.
Il suo regno in campo tessile è finito all’epoca della rivoluzione industriale a favore del cotone fibra dai costi di produzione più bassi. Infatti non si può impiegare la raccolta meccanica nella coltivazione del lino, inoltre bisogna differenziare le coltivazioni:
- Il lino per uso tessile bisogna raccoglierlo quando i frutti non sono ancora maturi.
- Il lino per uso alimentare si raccoglie quando i frutti sono maturi, ma allora è troppo tardi per preservare il fusto che è la parte della pianta che si utilizza per ricavare il tessuto.
Io ho cominciato ad avere a che fare con il lino fin da piccola: in casa si utilizzava nella biancheria da letto ed erano lenzuola molto fresche e un po’ più ruvide al tatto rispetto a quelle di cotone.
Il lino a differenza del cotone è più rigido e purtroppo si stropiccia facilmente, ma è traspirante, termoregolatore e cioè mantiene costante la temperatura del corpo, è ipoallergenico e adatto anche alle pelli più sensibili, è luminoso e ci si sente bene indossandolo.
Il lino è anche ecosostenibile perché la sua coltivazione impiega meno acqua rispetto al cotone e non necessita di pesticidi.
Potevo non lavorarlo per uno dei miei capi???
Ho scelto il lino di Borgo de’ Pazzi, una casa di filati italiana che produce e vende filati di ottima qualità e di cui avevo già provato il Ramiè un filato ricavato dall’ortica.
Curiosi di sapere cosa sto realizzando? Seguitemi qui e su Instagram e lo scoprirete!
[…] Devo ammettere che il lino non è uno dei miei filati preferiti da lavorare perché è rigido e perdona poco, ma la resa dopo aver messo in forma le stole in acqua fredda, è davvero di soddisfazione: il lino cade molto bene, è fresco e anche se si suda non si rovina grazie alle sue proprietà di cui vi avevo già parlato in questo articolo. […]
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[…] Se volete saperne di più ne ho parlato in questo articolo. […]
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