Non mi sono mai interessata molto dei lavori fatti a mano. Li apprezzavo certo, ma i miei interessi erano altrove e non mi fermavo mai a pensare al tempo e all’impegno che poteva nascondersi dietro alla realizzazione di un vestito fatto da una sarta, una borsa o un paio di orecchini pensati, creati e costruiti da un artigiano.
Di solito passiamo davanti alle bancarelle dei mercatini così come passiamo davanti alle vetrine, senza soffermarci troppo.
Poi ho cominciato a sferruzzare e mi sono resa conto dell’impegno e della creatività che ci vuole per realizzare anche una semplice sciarpa. Soprattutto mi sono resa conto di quanto le nostre mani siano diverse l’una dall’altra, non solo nella forma, ma anche nel modo in cui lavorano.
Una volta mi sono trovata ad un corso, lavoravamo tutte lo stesso tipo di filato con lo stesso numero di ferri, ma ognuna di noi otteneva un lavoro diverso: chi molto fitto, chi molto morbido, chi una giusta via di mezzo. Ricordo ancora il mio stupore perché secondo me dato lo stesso filato e lo stesso numero di ferri dovevamo tutte ottenere un lavoro uguale, preciso, identico. E invece no.
Così ho imparato che lavorando ai ferri si può avere la mano morbida o la mano stretta, le più fortunate hanno una mano giusta: né troppo morbida né troppo stretta, di conseguenza la scelta dei ferri da utilizzare in un lavoro non può prescindere dalle caratteristiche della propria mano, ed è per questo che fare un campione prima di qualsiasi lavoro è così importante.
Fare il campione non è tempo perso, ma tempo guadagnato.